
Nuovo contributo a puntate da parte del filosofo Carmelo Vigna che ci parla di etica e animali.
Con la stagione del “pensiero verde”, che ha oramai parecchi decenni alle spalle, la riflessione sul mondo degli animali, che era appannaggio di pochi e a volte stravaganti pensatori, è diventata un argomento culturale all’ordine del giorno. La letteratura “animalista” si è moltiplicata considerevolmente: non solo nel senso più tradizionale, per cui si scrivono libri sulla vita dei gatti piuttosto che sulla vita dei cani o dei cavalli, ma anche nel senso che si fa questione della nostra responsabilità nei confronti della vita animale. Non molti anni fa (1975) venne persino pubblicato da Peter Singer un pamphlet sulla “liberazione animale”[1]. Singer prendeva di petto lo sfruttamento sistematico degli animali per i bisogni degli umani e soprattutto le forme di impiego della vita animale improntate alla più sfrontata crudeltà. In effetti, l’industria alimentare ha fatto spesso del corpo animale una semplice cosa. Non solo gli animali vengono uccisi, come del resto è sempre accaduto nella storia umana, per ricavarne la carne da mangiare, ma vengono allevati mediante l’uso di tecniche che ne stravolgono i ritmi naturali di vita e che sono quasi sempre per gli animali fonte di stress e di dolore.
[1] Il libro con il titolo Liberazione animale, fu tradotto presso Mondadori (Milano) nel 1991.