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Schermi empatici

Dario D'Incerti, Giuseppe Varchetta

14/3/2019

L’idea che la mente umana sia un dispositivo che si limita a registrare passivamente i dati di realtà che provengono dal mondo esterno è, per fortuna, da tempo e definitivamente tramontata. Oggi sappiamo che la componente “creativa” della mente è fondamentale nei processi di conoscenza e che quindi l’informazione non si trasmette ma si crea, e si crea al livello del ricevente. Del resto, ciò risulta chiaro addirittura dalle pitture rupestri che i nostri progenitori facevano nelle grotte, decine di migliaia di anni fa: solo una mente creativa poteva immaginare di disegnare gli animali attraverso i loro contorni, contorni che nella realtà ovviamente non esistono. Il cinema, con la sua ricchezza multisensoriale e la sua costitutiva polisemia, con il suo essere contemporaneamente così “realistico” e così artificiale, è un terreno oltremodo fertile per ragionare su questi temi, nella fondata ipotesi che le distinzioni che la nostra mente opera mentre guarda un film non ci dicono solo come è fatto il film ma anche, e soprattutto, come è fatta la nostra mente.

Dario D'Incerti

Dario D'Incerti, Regista; Presidente, Associazione Cinelogos

Giuseppe Varchetta

Giuseppe Varchetta è Psicologo dell’organizzazione di formazione psico-socioanalitica. Dopo una lunga esperienza nell’area della formazione, dello sviluppo organizzativo e della gestione del personale, è stato professore a contratto presso l’Università Statale Bicocca di Milano e presidente di ARIELE.

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