Cristina Cenci, antropologa, ha ideato e cura il blog Digital Health su Nòva -SOLE24ORE. Si occupa di antropologia della salute e ha creato il Center for Digital Health Humanities, che ha l’obiettivo di monitorare come cambiano il vissuto e le relazioni di cura nell’era digitale. Da anni porta avanti una etnografia delle conversazioni online su patologie e farmaci e ha ideato la prima piattaforma digitale per l’applicazione della medicina narrativa nella pratica clinica (digitalnarrativemedicine.com).
In questi ultimi mesi le tecnologie digitali si sono rivelate fondamentali per la continuità di cura. Con la Digital Health possiamo, in tempo reale, misurarci la glicemia, il battito cardiaco, il respiro e aggregare i dati in grafici sempre accessibili e aggiornati. Nello stesso tempo, le conversazioni online sulla malattia consentono di condividere con altri “pazienti come me” le paure, le aspettative, gli effetti dei farmaci. Il rischio è una progressiva disintermediazione e delegittimazione della medicina come riferimento di saperi e metodi. L’opportunità è coniugare storie e tecnologie per sviluppare nuovi modelli di cura più partecipati e personalizzati e quindi più umani.
Grazie alla rivoluzione digitale la capacità di ascolto, di supporto nel quotidiano e di sostegno alle cure è enormemente cresciuta. Il digitale consente, di fatto, l’instaurazione di una nuova alleanza terapeutica in cui le parole di una persona con una malattia “contano” quanto quelle del suo medico. Ci racconta le molte implicazioni di questo cambiamento di approccio Cristina Cenci, antropologa, curatrice del blog Digital Health, Nova-Sole24Ore, fondatrice della start up DNM-Digital Narrative Medicine e del Center for Digital Health Humanities.