Anita Gramigna è Docente di Pedagogia generale e Metodologia della ricerca, Direttrice del Laboratorio di Epistemologia della formazione, Università degli Studi di Ferrara.
Oggi assistiamo ad un nuovo fenomeno che è all’origine di disordini o difficoltà del comportamento e cognitivi: si tratta della dipendenza da internet, videogiochi, social network. I soggetti addicted, che assumono spesso comportamenti ossessivi connotati dalla continua immersione nel mondo virtuale, presentano un calo nei rendimenti scolastici soprattutto per quanto riguarda le capacità di attenzione, memoria e nell’apprendimento. L’abuso delle nuove tecnologie digitali li aiuta ad acquisire abilità concrete ma ostacola la costruzione della conoscenza.
La tecnologia ha introdotto cambiamenti epocali dei quali siamo poco consapevoli, sia nelle dinamiche sociali sia nei processi di costruzione della conoscenza, nei comportamenti sia, infine, nella elaborazione del pensiero. La conseguenza è che questa esposizione massiva ha contribuito a forgiare l’antropologia e dunque la mentalità dei nostri giovani sul valore tutto strumentale dell’efficacia operativa, della gratificazione immediata, della continua distrazione. Il principio del piacere si è installato in modo permanente in una emozionalità poco consapevole e in un’etica pragmatica.
Sempre interconnessi, disorientati e soli, i nostri giovani faticano a trovare i punti di riferimento per orientarsi con consapevolezza critica nel presente e per costruire il sogno di un mondo migliore.