In queste settimane di stravolgimento delle nostre vite e del nostro modo di lavorare, la Fondazione Zoé sente ancor più importante il proprio impegno nel favorire lo scambio di informazioni per promuovere una corretta comunicazione della salute.
Mai come in questo periodo, si fa valido il concetto del “less is more”: siamo bombardati da immagini, notizie e video che raccontano quello che stiamo vivendo con diversi gradi di accuratezza e allarmismo. Il nostro contributo si è concentrato allora in poche ma fondamentali azioni di comunicazione in cui abbiamo condiviso le indicazioni provenienti dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute, alcuni webinar selezionati e una serie di podcast che aiutano a far chiarezza sull’epidemia in corso.
Per proteggere i nostri collaboratori e il nostro pubblico, abbiamo attivato fin da subito la modalità di smart working, rimandando tutte le attività di incontro, riunioni ed eventi pubblici o rendendole fruibili nelle forme consentite.
L’isolamento non ci impedisce di tenere fede alla nostra mission, promuovere una cultura della salute basata sul valore della conoscenza, ed è per questo che tra le iniziative di queste settimane abbiamo confermato la nostra adesione alla campagna mondiale Brain Awareness Week, con un palinsesto di contenuti video dal nostro archivio ed esercizi di brain training preparati ad hoc e pubblicati online. Attività molto seguite dal nostro pubblico, che a gran voce ci ha chiesto di poter continuare. Proseguiamo, quindi, con la proposta di sessioni live di mindfulness, stimolanti esercizi di brain training sui nostri canali social e una serie di webinar per tenere la mente allenata.
Un clima di grande forza e positività ci arriva dai nostri volontari che, seppur non operativi in questo momento, continuano ad alimentare il senso di appartenenza alla nostra Fondazione e a prendersi cura l’uno dell’altro: un importante sostegno in questi giorni di isolamento. Ispirati da tanta calorosa vicinanza, ci stiamo impegnando per portare il nostro supporto anche negli ambienti dove è più forte l’impatto delle restrizioni. Nei prossimi giorni forniremo alcuni tablet a diverse case di riposo del territorio, per consentire ai loro ospiti di comunicare con l’esterno, e in particolare con i propri cari, anche guardandosi. A volte vedere il viso di una persona cara può essere confortante come una carezza o un abbraccio. Crediamo infatti che, soprattutto in momenti difficili come quello che stiamo vivendo, lo “human touch”, il dialogo e il contatto umano, anche se a distanza, diventino veri e propri strumenti di cura di se stessi e degli altri.
Il protrarsi dell’emergenza ci fa riflettere sulle primarie necessità delle persone e ci spinge a trovare velocemente soluzioni e alternative, tanto più velocemente quanto più lunga sembra farsi la prospettiva di questo nuovo modo di vivere la quotidianità. L’obiettivo è proseguire con queste iniziative fino a quando sarà confermato il periodo di lockdown, ma siamo anche convinti dell’importanza di dare il nostro contributo alla ricostruzione di un clima di fiducia, che consenta alla comunità di ritrovarsi, ed è per questo che stiamo lavorando alla riprogrammazione dei nostri progetti, da attivare una volta che tutto si sarà normalizzato, speriamo non troppo in là nel tempo.
Qualcosa possiamo imparare da questo momento: si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Lo stiamo vedendo con i nostri occhi, sperimentando con il nostro cuore. E forse, sentendoci parte di un’unica realtà, sentendoci uniti, nel nostro Paese e in ogni altra parte del mondo, possiamo superare questo momento di sofferenza per ritrovarci, ce lo auguriamo, più vicini.
Fondazione Zoé