Percorsi personalizzati per vincere la dipendenza dalle sigarette
di Silvia Giralucci
“Affrontare una dipendenza è un percorso per conoscere meglio se stessi, un percorso faticoso che può però dare anche tante soddisfazioni, perché rinunciare al piacere della sigaretta significa riscoprirne tanti altri. La dipendenza finisce per chiudere le opportunità, le opzioni di scelta. Disintossicarsi significa riaprire, rimettersi in gioco, riscoprirsi”: a parlare è Rosalba Tunno, psicologa, psicoterapeuta del Dipartimento dipendenze e responsabile dell’Ambulatorio per smettere di fumare dell’Ulss8 Berica di Vicenza. In occasione della Giornata mondiale senza il tabacco, il 31 maggio, che quest’anno l’Organizzazione mondiale della Sanità dedica a coloro che sono impegnati a smettere, Fondazione Zoé fa il punto della situazione.
“Il fumo – ricorda la direttrice di Fondazione Zoé, Mariapaola Biasi – è la seconda causa di morte del mondo con 8 milioni di vittime l’anno ed è responsabile del 25 per cento di tutti i decessi per cancro a livello globale. L’Italia poi registra un trend in crescita del consumo di sigaretta tra le donne e le adolescenti in particolare, e conta ogni anno 43 mila decessi causati dal fumo di sigaretta”
“Nel mondo – spiega la dottoressa Tunno – solo il 30% di quelli che decidono di smettere di fumare riescono a ricevere servizi di aiuto per liberarsi da questa dipendenza. Per questo l’Oms ha avviato un servizio di consulenza su WhatsApp e ha creato l’operatore digitale “Florence” che 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 in inglese, francese, russo, arabo aiuterà chi vuole smettere di fumare. Noi italiani invece siamo fortunati perché apparteniamo a quel 30% di persone che possono invece accedere ai servizi. La Regione del Veneto in particolare ha attivo il sito www.smettintempo.it con tutte le informazioni necessarie. Il Veneto è stato tra le prime regioni a puntare sull’importanza di smettere di fumare come obiettivo di salute, per prevenire malattie successive gravi. Più o meno negli anni ’90 si sono cominciate a fare terapie di gruppo per smettere. Per i fumatori recidivi si è visto che oltre al supporto di gruppo poteva essere utile anche quello individuale e quindi a partire dagli anni 2000 in ogni Ulss sono stati istituiti ambulatori di secondo livello per smettere di fumare, dove viene offerto un trattamento multidisciplinare integrato per supportare la persona sia da un punto di vista psicologico, con un counselling dedicato, sia dal punto di vista farmacologico per smettere di fumare. Ogni fumatore ha una storia particolare, e nella cura bisogna tener conto di quanti tentativi sono già stati fatti, di quanto è durata la pausa di sospensione dal fumo, il significato del fumo per quella persona. Per tutti disintossicarsi significa nuove opzioni di scelta, rimettersi in gioco, riscoprirsi”
Doriana Zanchetta, pneumologa che lavora nello stesso ambulatorio antifumo, traccia un quadro della pericolosità del fumo di sigaretta: “Fumare è dannoso per la salute perché è un aerosol micidiale, contiene circa 7.000 sostanze dannose per la salute se non addirittura cancerogene. Tra le principali ci sono la nicotina, che è la responsabile della dipendenza, il monossido di carbonio, che dà un’intossicazione cronica, numerose sostanze irritanti, metalli pesanti, idrocarburi aromatici policiclici, che destabilizzano il DNA delle cellule di diversi organi costituendo la base per lo sviluppo di tumori, e ancora le polveri sottili – le stesse responsabili dei danni a livello respiratorio da inquinamento – e infine sostanze radioattive come il polonio 2010. Queste sostanze producono danni a livello di tutti gli apparati e gli organi, ovviamente in modalità diverse da persona a persona. Gli studi hanno dimostrato che ogni sigaretta fumata ci fa perdere 11 minuti di vita”.
Eppure, nonostante sia ormai diffusa la consapevolezza che fumare fa così male, è comunque difficile smettere. “Perché – prosegue la dottoressa Zanchetta – fumare non è un vizio, è una dipendenza. Chi fuma sta usando una droga, legale ma molto pesante. La sostanza che è causa di questa dipendenza è la nicotina, che incide sul tono dell’umore, sulla coscienza, sul ritmo sonno veglia e riesce a interagire con la dopamina, l’ormone del piacere”.
“Si fuma – spiega Zanchetta – per piacere. L’assuefazione poi fa sì che per provare la stessa sensazione nel tempo sia necessario aumentare la dose. La nicotina instaura velocemente anche una dipendenza comportamentale, ossia la necessità di assumere la sostanza da cui si è dipendente per non stare male. Smettere è difficile perché tutti gli aspetti positivi legati alla sigaretta diventano negativi. Per questo, quando si decide di farlo, è importante non essere soli, ma cercare un supporto che può essere una terapia di gruppo, o nei casi più complessi anche una terapia psicologica individuale sostenuta da supporto farmacologico. Aiuti che gli ambulatori come il nostro possono dare”
Per chi riesce a smettere, i benefici della disintossicazione si avvertono già dopo qualche giorno. “La frequenza cardiaca – afferma Zanchetta – può scendere già di 10 – 20 battiti al minuto, la pressione arteriosa si stabilizza. Se dopo 8 ore senza fumo il livello di nicotina e monossido di carbonio nel sangue si dimezza, dopo 24 ore si è già completamente disintossicati. Nel giro di qualche settimana migliora la circolazione e anche il respiro, tosse e catarro cominciano a diminuire e in un periodo di tempo variabile da persona a persona si riducono fino a scomparire. Ovviamente di conseguenza si riducono poi i rischi di tutte quelle patologie come infarto e ictus. Negli anni, anche il rischio per i tumori può diventare uguale a quello dei non fumatori”.
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