Fino a ora le neuroscienze si sono concentrate soprattutto sul descrivere in che modo la mente registra la realtà del mondo esterno. È però riduttivo immaginarla solo come un “registratore”. Cosa sappiamo della sua capacità di produrre nuovi pensieri, parole, azioni? Ce lo spiega Alessandro Treves, docente alla SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi avanzati di Trieste) e Visiting Professor al Centro per la Biologia della Memoria di Trondheim (Norvegia), grande esperto dei meccanismi di formazione della memoria e delle basi neurali del linguaggio.
Docente alla SISSA, la Scuola Internazionale Superiore di Studi avanzati di Trieste, e visiting professor al Centro per la Biologia della Memoria di Trondheim (Norvegia), Alessandro Treves si occupa principalmente dei meccanismi di formazione della memoria e delle basi neurali del linguaggio. Nato a Viareggio nel 1960, ha studiato a Yale, a Firenze e a Roma, dove si è laureato nel 1985 con una tesi di fisica teorica. Durante il PhD, a Gerusalemme, si è appassionato alle reti neurali, sotto la guida di Daniel Amit, completando il passaggio alle neuroscienze con un postdoc a Oxford, nel laboratorio di Edmund Rolls. Alla SISSA dirige il progetto LIMBO (Liminar Investigations of Memory and Brain Organization), le cui ricerche sono direttamente connesse con quelle premiate nel 2014 con il Nobel per la Medicina attributito a John O’Keefe, May-Britt ed Edvard Moser. Treves è consigliere per gli affari scientifici presso l’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv ed è attivamente impegnato a promuovere la scienza come strumento per favorire il dialogo tra diverse culture.