Francesco Jori è laureato in Scienze Politiche all’università di Padova, è giornalista professionista dal 1967. Ha iniziato la carriera al “Resto del Carlino”; successivamente capo ufficio stampa della Provincia di Padova, responsabile del settore provincia al “Mattino di Padova”, infine dal 1979 al “Gazzettino”, di cui è stato vice-direttore, e responsabile dell’inserto quotidiano Nordest. Ha seguito per molto tempo la politica italiana e estera, seguendo da inviato speciale la caduta del muro di Berlino, la Cina dopo i fatti di piazza Tien-an-men, la situazione in Israele alla vigilia della prima guerra del Golfo e l’attentato terroristico alle Torri Gemelle di New York. Attualmente è editorialista dei quotidiani nordestini del gruppo Espresso. Ha tenuto numerosi corsi di formazione sulla comunicazione e sul giornalismo, è componente del comitato scientifico della Scuola del legame sociale di Padova e del Centro studi Sebastiano Schiavon ed è consigliere di amministrazione della fondazione Ruggero Menato. Nel settembre 2014 gli è stato conferito il Premio Rizzi alla Carriera. È autore di numerosi libri, l’ultimo Il Sud del Nord è edito nel 2013 da Biblioteca dell’Immagine.
Qual è la vostra classifica di paure: viene prima il futuro dei figli o le catastrofi ambientali? La crisi economica o la criminalità? Il sociologo Ilvo Diamanti e il “nordestologo” Francesco Jori, capovolgono il punto di vista partendo dalla partecipazione come terapia per le insicurezze. Poter fare qualcosa per sé e per gli altri, potere accedere alle informazioni, discutere e condividere le decisioni è già un antidoto.