“C’è una relazione tra il mestiere di scrivere romanzi e le trasfusioni, tra l’emigrare e il voler partire, tra i carciofi e George Clooney? Esiste una relazione tra tutte le cose che ci accadono, senz’altro c’è – soltanto che non è facile trovarla, e delle volte è addirittura impossibile. Eppure vale sempre la pena cercare le relazioni tra noi e il mondo, tra i sogni e la realtà, e sorprendersene: c’è davvero una relazione tra i cinquant’anni di Paolo Fresu e Flavio Soriga che parla di zuppa gallurese al programma di Benedetta Parodi? C’è, senza alcun dubbio.” (Flavio Soriga). Un inedito da non perdere.
La banda del paese e i maggiori premi internazionali, la campagna sarda e i dischi, la scoperta del jazz e le mille collaborazioni, l’amore per le piccole cose e Parigi. Esiste davvero poca gente capace di mettere insieme un tale abbecedario di elementi e trasformarlo in un’incredibile e veloce crescita stilistica. Paolo Fresu c’è riuscito proprio in un paese come l’Italia dove – per troppo tempo – la cultura jazz era conosciuta quanto Shakespeare o le tele di Matisse, dove Louis Armstrong è stato poco più che fenomeno da baraccone di insane vetrine sanremesi e Miles Davis scoperto “nero” e bravo ben dopo gli anni di massima creatività. Il suo presente più attuale lo vede attivo, in ottica più esterofila, in trio con Richard Galliano e il pianista svedese Jan Lundgren (“Mare Nostrum”) e in diverse nuove avventure con nuovi importanti nomi dell’entourage jazzistico contemporaneo quali Omar Sosa, Gianluca Petrella, il coro polifonico corso “A Filetta”, e – ancora – con Dhafer Youssef e Eivind Aarset. Interessanti sono poi i progetti con alcuni grandi nomi del mondo letterario e teatrale italiano (Ascanio Celestini, Lella Costa, Stefano Benni, Milena Vukotic) oltre, infine, a una nuova serie di piccole ma importanti collaborazioni con la musica “intelligente” delle frange popolari italiane. Musica per il Cinema e “progetti speciali” come il suo straordinario “a solo” teatrale che ha paralizzato 3.000 spettatori all’Auditorium di Roma o un incantato teatro Metastasio a Prato chiudono il cerchio.
Flavio Soriga è nato a Uta, in provincia di Cagliari, nel 1975. Vive a Roma. Ha pubblicato: Diavoli di Nuraiò (Il Maestrale , 2000, Premio Italo Calvino), Neropioggia (Garzanti, 2002 Premio Grazia Deledda Giovani), Sardinia Blues (Bompiani, 2008, Premio Mondello Città di Palermo), L’amore a Londra e in altri luoghi (Bompiani, 2009, finalista Premio Pen Club, vincitore Premio Piero Chiara), Il cuore dei briganti (Bompiani, 2010), Nuraghe Beach (Laterza, 2011). Un suo racconto è presente nell´antologia di scrittori italiani e statunitensi Il lato oscuro, pubblicato da Einaudi e curata da Roberto Santachiara. Nel 2004, con Giovanni Peresson, ha realizzato lo spettacolo e il CD “Meridiani Inquieti”. Collabora con La Nuova Sardegna, L´Unità e la rivista “E” di Emergency. E´ stato uno degli ideatori del festival letterario di Gavoi; è direttore artistico del festival Settembre dei poeti di Seneghe e del Piccolo Festival della Leggerezza dell’Argentiera (Sassari). I suoi libri sono tradotti in tedesco, galiziano, rumeno e croato.