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Cronaca e satira. Una vignetta lunga una vita

Sergio Staino

8/10/2015

La scoperta di una malattia segna necessariamente l’inizio di una vita diversa. Per Sergio Staino i problemi alla vista sono arrivati insieme alla nascita del suo alter ego, il celebre (e occhialuto) Bobo. Ed è cominciata una sfida continua, in bilico tra limiti e potenzialità, che ripercorriamo insieme a lui in uno straordinario racconto tra ricordi e disegni, impegno civile e politica, cronaca e ricerca di senso.

Sergio Staino

Sergio Staino nasce a Piancastagnaio, in provincia di Siena, nel 1940. Laureato in Architettura, si avvicina timidamente al mondo del fumetto. Le prime tavole da lui scritte e disegnate appaiono su Linus, nel 1979. Si tratta di “Bobo” che, da quel momento in poi sarà il suo personaggio più famoso. Tra il 1980 e il 1981, Staino collabora alla pagina culturale del quotidiano romano Il Messaggero e, nel 1982, imposta il suo proficuo rapporto con L’Unità. Nel 1986 fonda e dirige il settimanale satirico Tango. Il suo debutto in tv è con Drive In ma nel 1993 firma il “varietà” Cielito lindo. Nell’inverno 1995-96, Staino collabora al TG3 con una vignetta satirica quotidiana. Per il grande schermo, nel 1988 sceneggia e dirige il film “Cavalli si nasce” mentre del 1992 è “Non chiamarmi Omar”, tratto da un racconto di Altan. Numerosi i suoi impegni teatrali, da direttore artistico del Teatro Puccini di Firenze alla presidenza dell’Istituzione Servizi Culturali di Scandicci, fino alla direzione artistica dell’Estate Fiorentina. Tra i riconoscimenti ottenuti, si ricordano almeno, nel 1984, il Premio Satira Politica Forte dei Marmi e lo Yellow Kid come “miglior autore” al Salone Internazionale dei Comics, il Premio Tenco/Canzone e fumetto nel 1986 e il Premio Persea 2002, consegnatogli a Firenze nella convention Comicstrip. Autore del romanzo satirico “Il mistero Bon Bon” (Feltrinelli, 2006). “Stainoterapia dell’amore” è il titolo dell’ultima sua raccolta di vignette pubblicata da Salani nel 2011. Nel 2014 Siena gli ha dedicato una grande mostra antologica a Santa Maria della Scala, ripetuta poi al Macro 2 di Roma nel 2015.

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